Tu pensi troppo, io lo so. E so anche cosa stai pensando. Stai pensando che scrivi dopo che vinci, ma non è proprio così. Scrivi dopo che qualcosa ti emoziona. Scrivi per parlare di gente che è caduta e che si vuole rialzare. Scrivi che è così che va lo sport. Un giorno cadi, il giorno dopo ti alzi, scavalchi il mondo e un avversario che forse è più grande di te. Scrivi che non importa che sia più grande, se lo salti con un’energia da far scoppiare il cuore. E scrivilo, se hai il coraggio, che non è sempre la vittoria a far scoppiare i cuori. L’emozione, quella sì. Scrivi che tutti vogliono un leader, che tutti vogliono qualcuno che trascini gli altri. Che quando le cose non funzionano, qualcuno deve parlare. Parlare, parlare. No, non è necessario aprire sempre la bocca. Lo hai visto con i tuoi occhi. Serve dare l’esempio.

Un leader deve dare l’esempio e non è detto che di esempio ce ne debba essere uno solo. Qualcuno fa il leader correndo veloce come una freccia. Qualcuno dominando tutto e tutti solo perché c’è. Qualcuno lo fa dando quello che non aveva mai dato, anche quello che non sapeva di poter dare. Lo fa, rinasce. E la squadra pure, rinasce con lei. Succede in quella metà campo che aveva regalato scintille di splendore a inizio stagione e che, scrivilo, aspettavi tornasse a brillare. La metà campo difensiva. Quella dove si vedono gli atleti e dove si rivelano le donne e gli uomini. Lei sorride, la squadra fa lo stesso ed ecco che l’altra metà campo, quella che piace a tutti un po’ di più, torna a brillare. Scrivi che dopo tanta fatica hai lanciato la palla oltre quell’ostacolo enorme vestito d’arancione.

Scrivi che ora tutti sorridono. Sotto di uno, sopra di sei, non importa. Emozione, ricordi? Emozione dopo una palla recuperata non di fisico, ma di anima. Sorridi. Sorridi quando fai un aiuto perfetto e ti accorgi che la rimessa è per te. Sorridi quando con quattro falli sul tabellone e nel cervello, per dieci minuti difendi sulla lunga più forte d’Europa. È questa metà campo che ti ha fatto scavalcare il mondo e scrivi che qui ti sei rialzato per correre a mille all’ora dall’altra parte. Scrivi. Poi un elicottero cade e rovescia lacrime di vernice gialla e viola sui sorrisi, sulle emozioni, su tutto. Non scrivere più. Non serve. Resta in silenzio adesso.

Lia Valerio